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mercoledì 6 gennaio 2021

Il Parozzo di Nonna Rosa

Oggi vi propongo la ricetta del Parrozzo, un dolce della tradizione natalizia abbruzzese. E' un dolce a base di mandorle, molto semplice da realizzare se seguite le indicazioni di mia madre, nonna Rosa appunto. 

Gli ingredienti: 

250 g di zucchero 

6 uova

150 g di mandorle spellate, di cui 4-5 amare

150 g di semolino 

100 g di cioccolato fondente 

1 limone biologico 

 Adagiate le mandorle su un vassoio e ponetele per 10' in freezer, quindi frullatele per ridurle in farina insieme a 50 g dello zucchero.


 Questo procedimento serve per impedire che esca il loro olio. 

Quindi sbattete i tuorli con lo zucchero,aggiungete la farina di mandorle, poi il semolino, la scorza del limone grattuggiato e quindi gli albumi montati a neve. Versate tutto in uno stampo per zuccotto da 20 cm di diametro. 


Infornate in forno caldo a 170 °C anche per più di 1 ora, dipende dalla cottura che deve essere completa soprattutto al centro. Assicutatevi che sia ben cotto, mettendo uno stuzzicadenti da arrosto o uno spaghetto proprio nel centro: deve uscire asciutto. 


Fate intiepidire, ma non raffreddare il dolce. Nel frattempo sciogliete a bagnomaria il cioccolato fondente e versatelo sul parrozzo, partendo dalla parte più alta, e poi aiutandovi con una spatola sulla restante parte. 

A questo punto il dolce è pronto per la vostra tavola delle feste. 

#dolciabbruzzesi #ricettaparrozzo #parrozzo #dolcinatalizi #dolci delle feste #dolciconlemandorle

Il parrozzo

             #dolci

venerdì 1 gennaio 2021

Auguri di buon anno

                                                                       Auguri di buon anno

 

sabato 27 giugno 2020

Sole amico o nemico?

Come proteggerci dal sole
Esposizione al sole -Foto Victoria_Borodinova -Pixabay
  Finalmente l’estate è arrivata con le giornate piene di sole che allontanano il torpore invernale, la  svogliatezza e ci caricano di grinta e vitalità! Non solo, il sole produce effetti benefici sul nostro stato di salute psico- fisico in quanto migliora:
  • il tono dell’umore, essendo l’antidepressivo per eccellenza
  • ci rende forti nei confronti della fatica e attenua il dolore
  • riduce la pressione  e i livelli di colesterolo ematici
  • aumenta la resistenza alle infezioni e, per alcune malattie, come la psoriasi è la migliore terapia
  • a livello cutaneo attiva la produzione di vit D che, a sua volta, favorisce l’assorbimento intestinale  del calcio e la sua fissazione a livello delle ossa
  •  ed infine, il sole induce il desiderio di nuovi amori, perché stimola la produzione di alcuni ormoni della sfera sessuale.
  Il sole è sempre stato adorato come divinità dai popoli del passato. Gli Egizi lo chiamavano RA e lo rappresentavano con la testa di un falco che sorreggeva un sole tra due ali. Per i Greci il sole era Elio che al mattino girava per il cielo con la sua quadriga, per poi andare a riposare ogni sera a Rodi. I romani identificavano il sole con Apollo che nell’Olimpo era secondo solo a Zeus.
  Il sole è una stella nana che emette radiazioni sotto forma di onde elettromagnetiche. Le radiazioni solari si distinguono in radiazioni ultraviolette e infrarosse, invisibili all’occhio umano e, radiazioni visibili, quali il rosso di un tramonto o il rosa arancio di un’alba. Quando parliamo di abbronzatura dobbiamo necessariamente soffermarci sui raggi ultravioletti che, penetrando in profondità nella nostra pelle, stimolano i melanociti a produrre in gran quantità un pigmento chiamato melanina che ha lo scopo di difenderci dall’aggressione dei raggi solari. Quindi la melanina è il risultato di un meccanismo di difesa messo in atto dal nostro corpo.
  Al mare o in montagna il sole sarà nostro amico se e solo se l’esposizione sarà tutelata da alcuni accorgimenti. Troppo sole causa la comparsa di danni cutanei a medio termine, come l’eritema e/o a lungo termine, come l’invecchiamento cutaneo o photoaging con la comparsa di rughe o  di tumori della pelle.
  Il primo giorno di esposizione solare non superiamo tempi più lunghi di 10’, successivamente potremo esporci per ¾ d’ora al giorno o per soli 20’, se il sole è intenso. Indossando un cappello ed evitando le esposizioni tra le 12 e le 16,  eluderemo il rischio dei colpi di sole. Occorrono anche occhiali omologati con lenti capaci di filtrare i raggi ultravioletti, per proteggere la retina e, infine, estremamente importante è l’uso di una crema abbronzante protettiva, fotostabile e resistente all’acqua e al sudore, seguita a casa dall’uso di una crema idratante doposole. Non tutti si abbronzano, dipende dal proprio fototipo. Il fototipo è determinato dal colore della pelle, dei capelli e dalla predisposizione alla comparsa degli eritemi e dell’abbronzatura. C’è chi non si abbronzerà mai come chi ha i capelli rossi e la carnagione lattea e chi, invece, acquisterà un’abbronzatura molto scura, se ha i capelli neri e la carnagione olivastra. Oltre i fototipi più sensibili, i dermatologi raccomandano di proteggere:
  •  i bambini, con età inferiore ai tre anni con creme solari ad alta resistenza, una maglietta asciutta e gli occhiali
  • le donne in stato gravidico, in quanto l’aumento degli estrogeni in questo periodo, induce i melanociti a produrre più melanina con comparsa di macchie scure localizzate su zigomi, naso e fronte - si parla di cloasma gravidico, ma, niente paura, queste macchie scompaiono a distanza di due-tre mesi dal parto
  •  gli anziani, perché hanno una pelle più sottile  e i meccanismi di difesa sono minori.
Quale dieta consigliare al mare?
  Una dieta semplice e frazionata in cinque pasti, ricca di acqua per impedire la disidratazione, il cui rischio è sempre dietro l’angolo. Occorre evitare:
·         salse e sughi troppo elaborati;
  • le fritture
  • i prodotti di rosticceria 
  •  i cibi in scatola, ricchi di sale
  • gli affettati troppo grassi 
  •  gli alcolici.
  Il tutto con il fine di  evitare di affaticare il fegato e danneggiare la pelle.
Per ottenere una pelle sana e abbronzata occorre fare il pieno di vitamine e minerali della frutta e della verdura, ma anche della carne, del pesce, delle uova, conditi con oli vegetali. Così facendo l’abbronzatura ci renderà più affascinanti e attraenti e, la  indosseremo orgogliosamente come un abito da sera di gran lusso!

#estate #soleedieta #mareedieta #






venerdì 26 giugno 2020

Inizio la dieta:sì o no?

Rafforzare le motivazioni
Bilancia e metro

  La parola dieta è spesso associata a sacrifici da sostenere per raggiungere il peso tanto desiderato, e spesso la procrastiniamo nel tempo. Quante volte ho sentito dirmi in studio: "La inizierò il prossimo lunedì!", come se iniziare il primo giorno della settimana è indice del successo finale. Vero, invece, secondo uno studio americano, che chi supera la quarta settimana di dieta, può sperare con molta probabilità di arrivare al traguardo. Per cui la quarta settimana di dieta è diventata il fattore predittivo del risultato finale. In realtà la parola dieta, deriva dal greco ed indica uno stile di vita che non comprende solo cosa mangiamo, ma anche cosa facciamo, come trascorriamo la nostra giornata: inseriamo il movimento? Trascorriamo troppe ore davanti al pc o con il cellulare il mano o davanti alla tv? Le nostre giornate sono piene di stress e poco rilassanti o troviamo dei momenti per noi stessi da dedicare ad esrcizi di respirazione o a tecniche di rilassamento? Mangiamo con regolarità ogni tre ore o l’orario dei nostri pasti è sballato? A che ora andiamo a dormire la sera, dormiamo a sufficienza e bene per poterci alzare riposati? Ecco è tutto questo è quello su cui dobbiamo riflettere se vogliamo dimagrire e/o controllare il peso.
  
 Ma come capire se siamo pronti ad iniziare una dieta? E’ semplice. Basta prendere un foglio di carta e suddividerlo in due colonne. Nella prima colonna scriverò le motivazioni a favore della dieta, nella seconda le motivazioni che ne ostacolano l’inizio. Quando le prime sono numericamente maggiori delle seconde, sarò pronto e capace di produrre i cambiamenti sopra descritti. Un consiglio utile: portiamo sempre con noi il foglietto delle motivazioni, in modo da aggiungerne altre nel momento in cui vengono alla mente. Tutto ciò aiuterà a rafforzare la decisione.  Queste annotazioni sono importanti anche nei momenti di sconforto quando il desiderio di abbandonare il piano dietetico si fa  sentire in modo incalzante: rileggendole, saremo spronati a continuare con impegno il nostro percorso!Semplice no?

#dietasino #dieta #rafforzarelemotivaziniperladieta #motivazionidieta

Foto: https://www.pexels.com/it-it/foto/attrezzatura-bilancia-chiaro-dieta-53404/

giovedì 11 giugno 2020

Cronobiologia dell'oressia

Famogramma
Mangiare- Foto Anemone123- Pixabay

  La cronobiologia è quella branca della biologia che studia i fenomeni che si ripetono con regolarità nell’organismo vivente. In particolare, i ritmi circadiani sono quei cambiamenti fisici, mentali e comportamentali che si ripetono nelle 24 ore, rispondendo al ciclo giorno-notte, veglia-sonno.
  L'oressia o sensazione di fame è un concetto del tutto personale in quanto non si può esprimere con un parametro biofisico o biochimico; è quell'input che ci induce alla ricerca del cibo in quanto il nostro corpo avverte i segnali della sua mancanza. Da sottolineare che l'oressia va distinta dall'appetito che si traduce invece nella ricerca di qualcosa di diverso che ci possa appagare dal punto di vista voluttuario e che mangiamo anche senza avvertire la fame.
  L’oressia è scatenata dalle variazioni della glicemia durante la giornata, l’avvertiamo ad intervalli regolari per mangiare e ricaricare il fisico di energia derivante dalla digestione del cibo. Ma la fame continua che avvertono spesso le persone in sovrappeso o obese si deve ad una condizione di  insulino resistenza. In tal caso l’ormone insulina, prodotto dal pancreas per abbassare un’impennata di glicemia post- prandiale, funziona solo in parte: la persona più mangia e più ha fame! L'oressia è una sensazione personale che si prova con intensità variabile nel corso della giornata e deve seguire il ritmo circadiano. Se ci sono abitudini sbagliate, vanno corrette: dobbiamo resettarci come ogni tanto facciamo con il nostro pc, ma come?
  Vi consiglio di annotare il grado di fame durante la giornata, attraverso un'autovalutazione. Su un foglio realizzate un grafico in cui sull’asse delle ascisse riportate intervalli di tempo di 30’ (includendo anche le ore notturne) e sull’asse delle ordinate il grado di fame. Per valutare la fame, usate una scala di sensazioni assegnando un punteggio variabile da 1 a 10: 1 quando la fame è assente,   10  quando la fame è massima, senza trascurare i valori intermedi. Durante il sonno si assegna il valore minimo, ma se ci sono dei risvegli, procedere come durante la fase diurna. L’annotazione delle proprie sensazioni di fame va valutata e trascritta al momento, e non in base al ricordo, per cui dovete avere sempre con voi il foglio. Come nel gioco della battaglia navale con il trascorrere delle ore, avremo individuato tanti punti che vanno congiunti a fine giornata. La linea tracciata è chiamata famogramma, indicherà l’andamento nel tempo della propria sensazione di fame.
 
  Nelle persone normopeso c'è una corrispondenza tra gli orari dei pasti e  l'alternanza del ritmo sonno-veglia, infatti si osservano tre picchi concentrati nelle ore diurne in corrispondenza della colazione, del pranzo e della cena, e assenza di fame durante la notte. L’introito alimentare giornaliero è regolato da un orologio biologico nutrizionale che risiede nell’ipotalamo, una porzione di cellule nervose localizzate nel cervello. Dobbiamo rispettare questo clock seguendo e assecondando la sensazione di fame. Nelle persone obese e nei diabetici  obesi si osservano picchi più alti durante il pomeriggio e la sera e,  soprattutto, si evidenzia una mancata sincronizzazione con i pasti. Tutto ciò a rilevare le cattive abitudini alimentari: 
  • assenza della prima colazione
  • inizio dei pasti dopo mezzogiorno
  • iperalimentazione durante la cena e il dopo cena.
Chi soffre invece di disturbi del comportamento alimentare, avrà una sensazione di fame continua che può manifestarsi anche  nel pieno della notte. Questa fame non è naturale, ma patologica.
  Molto spesso i ritmi della nostra vita sociale o lavorativa possono allontanarci dai ritmi biologici naturali del nostro corpo, spaniando la strada al sovrappeso e all’obesità con il rischio di ammalarci delle patologie associate a tale condizione. Pertanto è auspicabile partire dalla fame per regolare il peso corporeo, utilizzando il famogramma come strumento di autocontrollo.

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